Catalogo
Presentazione
Sono oramai più di cinque anni che la mostra "L'Amicizia che il Cuore Desidera" porta in giro per i paesi della Romagna la luminosa testimonianza di vita di Nilde Guerra, una ragazza di San Potito che Papa Benedetto XVI, con decreto del 1 giugno 2007, ha dichiarato venerabile. La mostra ha fatto tappa, oltre che a San Potito, nelle città di Bagnacavallo, Alfonsine, Russi, Massalombarda, Fruges, e Ravenna, ed è stata almeno 4 volte a Lugo. Ovunque, la mostra ha suscitato commozione, ma non una commozione sentimentale, fragile e transitoria, bensì quella che nasce dal debordare di una pienezza: la pienezza di trovarsi di fronte a qualcosa che corrisponde inaspettatamente all'anelito infinito del proprio cuore.
Deve essere stata la stessa commozione che hanno provato gli apostoli davanti a Gesù. Benedetto XVI ha ben spiegato la sua origine: "L'Infinito stesso, per farsi risposta che l'uomo possa sperimentare, ha assunto una forma finita. [...] L'uomo è fatto per un Dio infinito che è diventato carne, che ha assunto la nostra umanità per attirarla alle altezze del suo essere divino." E' davanti alla carne di Dio che l'uomo fa esperienza della commozione, che ha il tratto caratteristico di una pienezza debordante dove le lacrime che solcano il viso dicono di un uomo toccato fin nella profondità del suo essere.
Eppure la commozione di imbattersi in qualcosa che corrisponde sorprendentemente a questo anelito infinito non è stata una esperienza esclusiva degli apostoli. Le visite guidate alla mostra di Nilde lo hanno testimoniato, perchè la parola commozione descrive bene l'esperienza che hanno fatto sia le guide sia le persone che hanno ascoltato l'esposizione dei pannelli. E' stata la sorpresa di rendersi conto che Gesù continua la Sua presenza nella storia attraverso i Suoi testimoni e la vita della Sua Chiesa, e quindi che la commozione davanti alla carne di Dio è una esperienza possibile oggi.
Nilde è stato una grande testimone di Gesù. Lei era tutta segnata dall'evidenza che "solo Gesù può farci felici appagando tutti i nostri desideri ". Il suo desiderio di farsi suora, perseguito in modo eroico dentro al contesto ostile della sua famiglia, era il riverbero di questa esperienza che lei aveva di Gesù. Eppure, la vita di Nilde ci dice che c'è di più, che si può amare l’Amore della vita ancora di più di questo impeto eroico. Perchè quest'ultimo ha dentro ancora un possibile equivoco: che il nostro darci è un servizio che noi possiamo fare. Ma c'è un sacrificio più grande ancora, che è dare la vita consegnandoci alla modalità che Lui decide. Noi magari non ci sentiamo pronti per quello che ci è chiesto, perchè ha una forma diversa da quella che pensavamo, ma ci è chiesto tutto in quel modo Iì. A Nilde è stato chiesto di amare Gesù tornando a vivere la sua fede dentro la vita quotidiana della sua famiglia, e soprattutto dentro le vicende della sua malattia. Commuove vedere Nilde che non è pronta per questa novità, ma impara ad esservi disponibile attraverso i piccoli e faticosi "si " che comincia a dire ogni giorno: a distaccarsi dall'abito di probanda, ad aiutare la madre nelle faccende di casa, ad aiutare l'asilo nell'educazione dei bambini, a farsi ricoverare presso l'Ospedale S.Orsola. In questo modo, tutto quello che nasce come frutto nella e dalla vita di Nilde (in primis la conversione del fratello, ma anche la serenità nella malattia) è chiaramente riconoscibile come opera di Dio. Ecco perchè la mostra genera commozione: perchè ci rimette con chiarezza non di fronte alla sensibilità particolare di una donna, ma ad un Dio che non se ne sta irraggiungibile nel Suo Cielo, ma opera meraviglie per le strade di questo mondo. La vita di Nilde è una di queste meraviglie, e il cuore di tante persone ha sussultato di commozione davanti ad essa.
E’ così che nel tempo è nata l’esigenza che la provocazione della mostra non svanisse, ma rimanesse nella vita delle persone come compagnia al loro cammino. Facendo seguito alle numerose richieste, l’Associazione Amici di Nilde ha dato alle stampe il catalogo della mostra, che riproduce i pannelli originali dell’ esposizione, integrandoli con il decreto di venerabilità. Il catalogo si chiude con la preghiera per impetrare la beatificazione di Nilde. Difatti, la commozione davanti alla sua vita non rimane un evento nostalgico solo se diventa domanda a Dio che operi anche nella nostra vita le meraviglie che ha operato in quella di Nilde, cosicchè la commozione diventi la stoffa delle nostre giornate. Si può domandare nella preghiera prendendo spunto da qualsiasi cosa: Gesù non misconobbe alcuna domanda, dalle richieste di guarigione alla richiesta di vino durante le nozze di Cana. Perciò è giusto chiedere qualunque cosa, con la clausola impilcita che fu quella di Gesù nei Getsemani: "Però non la mia, ma la tua volontà sia fatta". La Sua volontà infatti significa la mia completezza, la felicità suprema, quella di cui ogni domanda è funzione.